I rilievi planimetrici

 

I rilievi planimetrici o topografici, si eseguono per "fissare" attraverso misurazioni gli elementi oggettivi che hanno connessione con l’incidente stradale, vale a dire tutti quegli elementi che sono stati oggetto di descrizione. Le misurazioni vengono eseguite a partire da una base fissa, localizzabile anche a distanza di tempo, che deve essere precisamente indicata così da renderne agevole l’individuazione a posteriori.

Questa attività serve per consentire la possibilità di riportare gli elementi rilevati su disegno in scala, od anche, a volte, per ricostruirli nella loro collocazione originaria, direttamente nell’area teatro dell’incidente. La riproduzione in scala1 del campo del sinistro e degli elementi oggettivi su di esso rilevati, è essenziale per la ricostruzione della meccanica dell'incidente: gli spazi percorsi dai veicoli durante le fasi d'urto, gli spostamenti ante e post urto di tutti i corpi che col sinistro hanno attinenza, vengono misurati attraverso la planimetria, che viene realizzata sulla base dei rilievi planimetrici.

Gli operatori di Polizia di solito eseguono i rilievi planimetrici, utilizzando due metodi: il sistema della triangolazione ed il sistema delle rette ortogonali. La scelta del metodo dipende spesso dalla conformazione topografica del luogo in cui si realizza l’incidente. I due metodi possono anche essere usati insieme. Il sistema ortogonale viene usato soprattutto quando la strada è rettilinea ed in particolare nelle autostrade. Il metodo della triangolazione viene usato con maggiore frequenza e ad esso si ricorre necessariamente quando la strada non è rettilinea; questo metodo è anche quello che consente di ottenere la maggiore precisione.

Il sistema della triangolazione
Si basa sulla costruzione ed esatta determinazione di tanti triangoli quanti sono gli elementi da rilevare. A partire da due punti fissi (capisaldi), che devono essere perfettamente individuabili a distanza di tempo (la collocazione dei quali dovrebbe essere quindi sempre descritta con precisione) si costruisce la base del triangolo. Dagli estremi della base, si eseguono le misurazioni in modo che l’elemento da fissare costituisca il vertice del triangolo, i lati del quale sono costituiti dalle misurazioni che congiungono gli estremi della base all’elemento da fissare (il vertice).

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Durante i rilievi gli Operatori di Polizia riportano le misurazioni su uno schizzo (c.d. schizzo di campagna); è importante che su questo schizzo vengano precisamente indicate le misurazioni e gli elementi ai quali esse si riferiscono, per non generare l’insorgere di possibili errori in coloro che successivamente avranno il compito di esaminare il disegno. Ad esempio se si misura la larghezza della sola carreggiata, si dovrà indicarlo, altrimenti chi esamina lo schizzo potrà pensare che la misura si riferisca invece alla strada e viceversa; si dovrà indicare, o comunque far emergere chiaramente, se i veicoli vengono fissati con riferimento ai mozzi delle ruote od agli spigoli, ecc. – E’ necessario, insomma, che siano evitate errate interpretazioni nella "lettura" del disegno e perciò che le misurazioni siano all'occorrenza supportate da adeguate annotazioni.

Il sistema delle rette ortogonali
Per utilizzare questo metodo occorre partire da un punto fisso (caposaldo), dal quale tracciare la base del sistema. Gli elementi da fissare vengono misurati a partire da specifici punti della base, mediante la costruzione di tante rette ortogonali che congiungono i singoli elementi da fissare ai rispettivi punti di origine collocati sulla base stessa. Naturalmente le distanze fra il caposaldo ed i punti di intersezione fra rette ortogonali e base devono essere misurate.

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